Ott 01

Attenti, senza proteine rischiamo di ammalarci

MILANO – Il nutrizionista Vanni Zacchi è un assertore convinto degli equilibri alimentari, “il che significa giusto apporto di tutte le componenti, proteine animali comprese”.

E’ un obbligo o un semplice consiglio?
“Tutt’e due le cose. Nel senso che per noi occidentali privarci totalmente delle proteine animali è un problema: dovremmo mangiare tutti i giorni legumi, una bella noia… Per gli orientali è diverso: la cultura della soia, delle alghe è scritta nel loro Dna. Ma noi nasciamo carnivori e poi onnivori. Disancorarsi da queste caratteristiche non è semplice”.

I vegetariani si considerano più sani.
“Per stare bene, almeno la metà di quanto mangiamo ogni giorno deve essere costituito da frutta e verdura. Però, noi siamo fatti di proteine, e di quelle abbiamo bisogno per andare avanti. Se una dieta iperproteica porta con sé il rischio di acidificare i tessuti, alterandone il ph, un apporto insufficiente di proteine cambia il metabolismo in senso catabolico, con i problemi che ne seguono: patologie cardiovascolari, ipertensione, artrosi”.

Mucca pazza resta un punto di non ritorno.
“Ma lì i guai erano dovuti alle condizioni di vita e di alimentazione degli animali. Del resto, tra Ogm e pesticidi, lottiamo ogni giorno con la salubrità di vegetali e farine… La carne, di per sé, non è strettamente necessaria. Ma dobbiamo mangiare latticini, uova e anche il pesce, grande fonte di acidi grassi polinsaturi. Altrimenti, dobbiamo ricorrere ai semi oleosi, perché nella nostra cultura l’olio è di oliva, cioè un frutto e non un seme come il lino o il girasole”.

Esistono gli integratori.
“E infatti, nelle donne gravide vegetariane, così come nei bambini, gli integratori sono assolutamente obbligatori, perché si tratta di persone che devono costruire: se pensiamo a una casa, le proteine sono i mattoni e i carboidrati il cemento che li unisce. Alimentarsi con molti vegetali è fondamentale, non mangiare che vegetali mi sembra un falso ideologico”. (l.g.)


Data
: 09.10.2002
Autore: Licia Granello per Repubblica
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